ROMA - Dopo l'esperienza di Volunia, il motore di ricerca social lanciato da Massimo Marchiori qualche giorno fa, c'é un'altra iniziativa tutta italiana che ci porta nel futuro. Si aprono oggi a Torino le Officine Arduino, una startup che ha l'obiettivo di promuovere l'open hardware in Italia. Prende il nome da Arduino, una scheda elettronica open source a basso costo che ha innescato una rivoluzione mondiale nel modo di fabbricare gli oggetti, come led, lampade o motori, quello che viene definito 'l'Internet delle cosé. E' stato inventato nel 2004 da un team internazionale, in cui ci sono anche due italiani: Massimo Banzi e Gianluca Martino. "Ci piaceva l'idea di aprire a Torino questo spazio che faccia da incubatore per i 'makers'. E' un esperimento che vorremmo portare in giro per il mondo. A Torino c'é già una bella community e la città è vicina ad Ivrea dove c'é la produzione italiana di Arduino (altre due sono nel mondo, ndr). Finché possiamo la manteniamo lì. E' una piccola Silicon valley ", spiega all'ANSA Massimo Banzi. Le Officine avranno il compito di gestire il mercato di Arduino in Italia, ma avranno anche il compito di sviluppare idee e prodotti open. E ci saranno spazi per corsi di formazione anche in giro per l'Italia. A gestire le Officine sarà Davide Gomba, 30 anni. "Il nome Officine richiama il sapore delle vecchie piccole aziende italiane che dal nulla si sono inventate di tutto e ci è saltato in mente che Arduino poteva fungere ancora da incubatore di idee nuove", spiega l'Arduino Blog. L'iniziativa si avvale anche della collaborazione del FabLab Torino - "uno spazio che ha creato una piccola comunità di persone interessate a capire come si possano inventare nuovi processi produttivi" - nato sulla scia di Stazione Futuro la mostra organizzata a Torino per le celebrazioni dell'Unità d'Italia curata dal giornalista Riccardo Luna, che ha visto il coinvolgimento del Comitato Italia 150. "Oltre all'Italia abbiamo gruppi di lavoro in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all'India. Bisognerebbe far capire a questo Paese che c'é un treno che si può ancora prendere, basterebbe solo saltarci su", spiega ancora Massimo Banzi. "A distanza di sette anni dall'invenzione (la prima versione utilizzabile è datata 2005, ndr), la scheda Arduino ha permesso di creare e di risolvere problemi anche a persone che non avrebbero mai immaginato di farlo - osserva Massimo Banzi -. C'é chi ha creato macchine per paesi in via di sviluppo e c'é un'azienda che sta lavorando su stampanti open source in 3D che permettono di stampare oggetti identici al file ma in plastica". Massimo Banzi sarà a Roma il 9 marzo insieme al direttore di Wired Usa Chris Anderson e a Riccardo Luna, proprio a spiegare la rivoluzione dei 'makers'.
tratto da: Ansa.it
nella foto Massimo Banzi, inventore di Arduino durante i preparativi del laboratorio |
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